17 Gen Una compagna di viaggio
Fulmini, tempeste e una compagna di viaggio
Ciao. Io mi chiamo Melissa Delbarba. Io ho l’epilessia dall’età di quasi 14 anni e adesso ne ho quasi 32. Io ho le crisi epilettiche convulsive. Io ho cominciato a prendere i farmaci all’età di quindici anni. Io prendo due farmaci: il Depakin e il Lamictal. La mia situazione non è migliorata anzi è peggiorata. Per alcuni anni prendevo soltanto il depakin, ma poi non era più sufficiente e così si è aggiunto il Lamictal. Negli ultimi due anni ho cominciato ad avere delle leggere crisi epilettiche. Così il dosaggio del Lamictal è stato aumentato. Se io dovessi dare un nome proprio all’epilessia la chiamerei Meteo perché non si può decidere quando può e deve venire una crisi epilettica. All’epilessia ho altri nomi da dare: Fulmine, Temporale, Tempesta, Vulcano, Uragano, Terremoto ed Elettricità. Quando parlo dell’epilessia alle persone utilizzo l’espressione “vado via un attimo” perché il mio cervello non è più presente e cosciente per un istante. Inoltre utilizzo delle metafore quando parlo dell’epilessia. Oltre a essere come il meteo, l’epilessia è come un fulmine che colpisce al cervello; un temporale che fa molto rumore; una tempesta molto agitata che procura danni; un vulcano e un uragano che distruggono qualsiasi cosa procurando molti danni e l’elettricità perché l’epilessia è qualcosa di elettrico che si trova nel cervello. Io ho un rapporto un po’ particolare e complicato con l’epilessia perché da una parte essa mi preoccupa perché avendola non posso guidare (anche per altri due motivi: io sono molto ansiosa e non ho i riflessi pronti), mi devo fare dipendere da qualcuno, a volte temo di essere un peso per gli altri, di essere giudicata a causa di essa; invece dall’altra provo gratitudine nei suoi confronti perché se non l’avessi, io non l’avrei conosciuta, non mi sarei interessata a essa in modo profondo e non mi sento viva ogni volta che cerco e scopro informazioni su di essa. Posso dire che non tutti i mali vengono per nuocere. Io vorrei e potrei trasformare l’epilessia in un’opportunità. Per ora io non ho avuto pregiudizi e non sono stata discriminata per la mia patologia. Io non considero l’epilessia una nemica, ma una compagna di viaggio.